Analisi del 2014

I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2014 per questo blog.

Ecco un estratto:

Una metropolitana a New York trasporta 1 200 persone. Questo blog è stato visto circa 4.700 volte nel 2014. Se fosse una metropolitana di New York, ci vorrebbero circa 4 viaggi per trasportare altrettante persone.

Clicca qui per vedere il rapporto completo.

Fine.

Il 13/12/2014 ho varcato la soglia della mia casa a Torino. L’ho varcata per restarci. Dal giorno in cui ho deciso che non avrei voluto restare a Bologna, al giorno in cui sono approdata a casa sono passati 255 giorni e 254 notti.

In questo lungo viaggio ho avuto alcuni dei giorni o delle notti peggiori della mia vita, e sicuramente alcuni dei migliori. Ho avuto nuovi amici e nuove amiche, posti che ho sentito più ‘casa mia’ della casa in cui avevo il mio domicilio e ho speso qua e la qualche brandello di anima rimasto.

Ho preso il mio tempo per salutare e ringraziare luoghi e persone a Bologna. In qualche modo mi hanno portato a casa.

Il blog, questo blog, chiude qui. Questo viaggio è finito.

Un’altro viaggio comincia a Torino Beach (barche nei boschi).

E prego qualche Dio dei viaggiatori
che tu abbia due soldi in tasca
da spendere stasera
e qualcuno nel letto
per scaldare via l’inverno
e un angelo bianco
seduto alla finestra.

(Ninnananna – MCR)

Citazione

37.3 – Elogio della fuga

Quando non può lottare contro il vento e il mare per seguire la sua rotta, il veliero ha due possibilità:
l’andatura di cappa che lo fa andare alla deriva, e la fuga davanti alla tempesta con il mare in poppa e un minimo di tela.

La fuga è spesso, quando si è lontani dalla costa, il solo modo di salvare barca ed equipaggio. E in più permette di scoprire rive sconosciute che spuntano all’orizzonte delle acque tornate calme. Rive sconosciute che saranno per sempre ignorate da coloro che hanno l’illusoria fortuna di poter seguire la rotta dei carghi e delle petroliere, la rotta senza imprevisti imposta dalle compagnie di navigazione.

Forse conoscete quella barca che si chiama desiderio.

(Henri Laborit – Elogio della fuga)

Stato

36.1- gli ultimi metri

Nel weekend abbiamo fatto il trasloco, in 7 ore abbiamo spostato una casa di 340 km. Non è uno scherzo. Roba da reality show.

Tra gli amici a Bologna (3) e a Torino (2), senza scordarci del parentame reale e immaginario (2), escluso il viaggio, ci abbiamo messo circa 3 ore. 3 ore di scatoloni, mobili e lividi e imprecazioni. Insomma siamo andati a sabaudo tempo di marcia.

E’ bello sapere di avere degli amici, amici disposti a svegliarsi il sabato alle 6 del mattino per darti una mano, anche se dispiace loro vederti andare via. E amici disposti a bruciarsi il sabato pomeriggio per sveltirti l’installazione e rallegrarti il delirio con una bottiglia di spumante per un brindisi al volo.

Sono sorpresa, e se avessi un’anima nascosta ancora da qualche parte, sarei sinceramente commossa. Insomma non ho parole… se non un banalissimo:

Grazie ragazzi (e ragazza)! 

A buon rendere…

I miei amici veri, purtroppo o per fortuna
non sono vagabondi o abbaia luna
per fortuna o purtroppo ci tengono alla faccia
quasi nessuno batte o fa il magnaccia.
Non son razza padrona, non sono gente arcigna
siamo volgari come la gramigna
non so se è pregio o colpa esser fatti così
c’è gente che è di casa in serie B.
Contandoli uno a uno non son certo parecchi
son come i denti in bocca a certi vecchi
ma proprio perché pochi son buoni fino in fondo
e sempre pronti a masticare il mondo.
Non siam razza d’artista, né maschere da gogna
e chi fa il giornalista si vergogna
non che il fatto c’importi, chi non ha in qualche posto
un peccato o un cadavere nascosto?
Non cerchiamo la gloria ma la nostra ambizione
è invecchiar bene, anzi direi benone!
Per quello che ci basta non c’è da andar lontano
e abbiamo fisso in testa un nostro piano
se e quando moriremo, ma la cosa è insicura
avremo un paradiso su misura
in tutto somigliante al solito locale
ma il bere non si paga e non fa male.
E ci andremo di forza, senza pagare il fio
di coniugare troppo spesso in Dio
non voglio mescolarmi in guai o problemi altrui
ma a questo mondo ci ha schiaffato Lui.
E quindi ci sopporti, ci lasci ai nostri giochi
cosa che a questo mondo han fatto in pochi.
Voglio veder chi sceglie con tanti pretendenti
tra santi tristi e noi più divertenti
veder chi è assunto in cielo pur con mille ragioni
fra noi e la massa dei rompi coglioni.

(Francesco Guccini – Gli Amici)

Digressione

36 – Scambi di ostaggi

L’amore non è uno scambio di ostaggi.
Non si ama qualcuno perché a sua volta ci ama, o perché ci riami indietro.
Non si smette di amare qualcuno perché non ci ama.
Non si pretende di essere riamati, anche se si, sarebbe bello, più bello.

L’amore è un prestito che si fa, ‘vuoto a perdere’.
Si ama per il gusto del gioco, per l’amore in sé, per sentirsi leggeri.
Si ama per condividere le cose stupide, le notti insonni, le corse sotto la pioggia, le risate.
Si ama qualcuno, per quello che è (o forse per quello che ci mostra di essere), pacchetto completo, all inclusive.
Gli si presta l’anima, gliela si lascia portare a spasso, per un po’.
Poi, come qualunque animale fedele, l’anima torna dal suo padrone, e l’amore finisce.

L’amore è un gioco masochista, sai comunque che andrà a finir male, in un pacchetto di sigarette fumate di corsa, sul fondo di un bicchiere di birra scura, possibilmente tripla.

La chimica invece… Che brutta roba è, ancora peggio dell’amore. Quando la pelle si riconosce nel corpo di un altro. Quando l’odore dell’altro è una droga e le mani non sanno restare, irrequiete, al loro posto.
La chimica, a differenza dell’amore, purtroppo, resta.

l’amore è un cane che viene dall’inferno – C. Bukowsky

Stato

35.1 – DNA Alieno

Una sera sei con due cari amici a sorseggiare birra, la prima Noel 2014, nel tuo locale preferito (*).
Piove a Bologna, c’è un umido che farebbe impazzire di gioia una salamandra, ma essendo tu umano o giù di lì, non è esattamente il tuo clima ideale: dentro il locale fa caldo, fuori piove e fa umido. Fai quindi un po’ dentro un po’ fuori per prendere aria, asciugarti le ossa, fumare…

Ed è fra una sigaretta, qualche battuta e un sorso di birra che tendi l’orecchio ad ascoltare i discorsi che scorrono attorno a te.

“Io sono convinto – dice un ragazzone castano, seduto sulla panchetta davanti alla vetrina – che gli umani non sono del tutto terresti, che hanno una parte di DNA alieno. Sono troppo distanti dalle altre creatura della terra e la prova sono i capelli. I capelli dell’essere umano crescono solo in testa, crescono più in fretta del pelo degli animali e non smettono mai di crescere! E poi l’uomo si rigenera molto più in fretta di tutti gli altri animali…”

Sto sbevacchiando con un fisico ed un ingegnere gestionale. Io sono un’economista in metodi quantitavi, di professione faccio l’informatica. (Lo so sembra una barzellatta. “ci sono un fisico un ingenere e un informatico…”) Insomma siamo tre brutte bestie, tre materialoni cartesiani. Tutti e tra evidentemente cogliamo la frase, la conversazione si blocca d’istante, tendendo le orecchie. Tutti e tre sgraniamo gli occhioni, tra lo stupito e il ridanciano. Tutti e tre deglutiamo in fretta il nostro sorso di Noel, per non soffocare.

“Anche i leoni, allora, sono alieni” dico io.

“E le carote sono la panacea per i difetti agli occhi. Infatti non ho mai visto un coniglio con gli occhiali” dice l’ingegnere.

Il fisico si limita a ridere, dietro agli occhiali.

(*) La tana del Luppolo, regno di JB a Bologna.

PRIMA LEGGE FONDAMENTALE DELLA STUPIDITA’ UMANA

Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero degli individui stupidi in circolazione:
a) persone che reputiamo razionali ed intelligenti all’improvviso risultano essere stupide senza ombra di dubbio;
b) giorno dopo giorno siamo condizionati in qualunque cosa che facciamo da gente stupida che invariabilmente compaiono nei luoghi meno opportuni.
E’ impossibile stabilire una percentuale, dato che qualsiasi numero sarà troppo piccolo.

[Le leggi fondamentali della stupidità umana – Prof. Carlo M. Cipolla]

Un breve saggio che non mi stancherò mai di citare, leggetelo, se non siete voi gli stupidi

35 – si ritorna a casa

Giorno + 239. Oggi è arrivata la conferma ufficiale. Si ritorna a casa.

conseguentemente alla sua richiesta di trasferimento allegata alla presente ed in accordo con i suoi Responsabili sono a confermarLe che con decorrenza xx/xx/xx è stato disposto il Suo trasferimento nell’ambito della stessa Direzione/Servizio di attuale appartenenza presso l’ufficio xxxxx con sede di lavoro a xxxxx (TO) – xxx xxxxx, xx.

Restano 16 giorni per:

  • preparare l’esodo
  • salutare le persone e i luoghi che hanno popolato questi ultimi 239 giorni
  • fare foto
  • preparare il rientro a Torino
Citazione

34.1 – Sbagliamo perché viviamo

Mi scrivono via e-mail:

L’ispetto re Petra è un personaggio che un po’ ti assomiglia (Dal libro nido vuoto della Alicia Gimenez Bartlet)

Purtroppo sbagliamo sempre continuamente, a ogni passo e in ogni campo, nel lavoro come nell’amore, nelle valutazioni degli altri come in quelle di noi stessi……E sai una cosa? Non importa, va bene così. Sbagliamo perchè viviamo, perchè cerchiamo di essere felici, perchè giochiamo le carte che il destino ci mette in mano. E’ questo che conta, molto più che rimanersene tranquilli nel proprio guscio come molluschi.

Si, l’ispettore Petra mi somiglia.

Audio

34 – ho imparato a sognare

Ho imparato a sognare
e ho iniziato a sperare
che chi c’ha avere avrà
ho imparato a sognare
quando un sogno è un cannone,
che se sogni
ne ammazzi metà
Quando inizi a capire
che sei solo e in mutande
quando inizi a capire
che tutto è più grande
C’ era chi era incapace a sognare
e chi sognava già

Tra una botta che prendo
e una botta che dò
tra un amico che perdo
e un amico che avrò
che se cado una volta
una volta cadrò
e da terra, da lì m’alzerò

C’è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò

Ho imparato a sognare,
quando inizi a scoprire
che ogni sogno
ti porta più in là
cavalcando aquiloni,
oltre muri e confini
ho imparato a sognare da là
Quando tutte le scuse,
per giocare son buone
quando tutta la vita
è una bella canzone
C’era chi era incapace a sognare
e chi sognava già

Tra una botta che prendo
e una botta che dò
tra un amico che perdo
e un amico che avrò
che se cado una volta
una volta cadrò
e da terra, da lì m’alzerò

C’è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò

(Negrita – ho imparato a sognare)